Scultura
Busti femminili
I busti femminili di Piero Perin raggiungono il loro apice artistico negli anni ’70. Il torso si trasforma in geometria pura, le braccia svaniscono e la testa viene semplificata in una sfera. Così, Perin dissolve la sensualità in una decantazione formale, elevando la figura a un ideale di perfezione estetica. In queste sculture Perin esplora la bellezza e ne enfatizza la fragilità, la ricerca di significato e la connessione con l’universo attraverso la figura femminile. Perin sceglie la figura femminile per la sua capacità di evocare significati simbolici molteplici, rendendola uno strumento ideale per esplorare temi universali legati all’esistenza umana e alla sua complessità, rappresentata sia dall’aspetto fisico che spirituale.
Teste femminili
Le teste femminili di Piero Perin sono sfere levigate e minimali con tratti del viso appena accennati, spesso espressione di meditazione o stupore. I capelli solo tratteggiati diventano elementi grafici che esaltano la purezza della forma. L’artista sembra voler cogliere l’essenza stessa della essere umano, la sua bellezza interiore e la sua profondità spirituale. L’utilizzo di una forma sferica contribuisce a creare un senso di armonia e perfezione e riflette la luce in modo morbido e uniforme, suggerendo un’aura di spiritualità e trasportandoci in una dimensione metafisica. Oltre all’uso della terracotta e di diversi metalli, l’artista ha sperimentato anche con materiali innovativi, come la resina sintetica trasparente, che crea giochi di luce e riflessi, conferendo alle opere maggiore suggestione.
Sculture di ispirazione religiosa
Nella produzione artistica di Piero Perin, alcune opere si distinguono per la loro ispirazione religiosa. Figure ricorrenti, permeate da un sentimento contemplativo e una profonda spiritualità, sono Cristo e San Francesco, che assumono il ruolo di archetipi attraverso cui indagare la condizione umana. Nei suoi numerosi lavori pubblici, come i monumenti ai caduti, Perin sovrappone Cristo al soldato, uniti nell’espiazione dei peccati del mondo. San Francesco, invece, incarna l’essenza umana sublimata, liberata dalle passioni e dalla sofferenza, come è evidente in un bronzo degli anni Settanta in cui la testa del santo appare quasi trasfigurata dall’ascesi.
Pur non essendo un credente nel senso tradizionale, Perin era profondamente attratto dalla capacità della religione di mediare il rapporto tra essere umano e ignoto attraverso divinità e miti.
Ritrattistica
Le notevoli capacità di ritrattista di Perin, risultano evidenti dai suoi busti di amici, parenti, committenti e personaggi pubblici.
In queste foto due esempi dei primi anni ’50.
Pittura
La pittura di Piero Perin è stata definita dal critico Giorgio Segato una “impaginazione scenografica della sua scultura”: “è la sua scultura, contemplata in un rigoglioso contesto naturalistico-onirico”. Si tratta di una trasfigurazione della natura, di cui Perin era un insaziabile osservatore. L’artista ripropone il mondo mitizzato della sua infanzia nei suoi dipinti, generalmente oli su faesite caratterizzati da una tavolozza dai colori marini. Le sue opere spesso raffigurano le sue stesse statue immerse nel verde, ma anche altre figure emergono da questo sfondo surreale, come un bue, un autoritratto o figure di impiccati e madri che piangono i propri figli morti. Questi ultimi soggetti, tipici del periodo degli anni ’50, rimandano all’esperienza traumatica della guerra e della prigionia vissuta dall’artista.
Disegno
I disegni di Perin sono un prezioso complemento alla sua opera scultorea. Offrono una finestra sul suo processo creativo, permettendoci di osservare come le sue idee si sviluppavano e prendevano forma. Si tratta di bozzetti per le sculture, ma anche di elaborate chine dal tratto prezioso.